Le febbri acute rappresentano un importante problema medico a causa della mancanza di strumenti diagnostici in grado di stabilirne in modo tempestivo l’eziologia. Tuttavia, una diagnosi rapida è fondamentale al fine di prevenire effetti indesiderati sia per il paziente sia a livello di salute pubblica. Le infezioni causate da arbovirus autoctoni (come ad esempio il virus West Nile) o di importazione (es. Dengue) sono un’importante causa di febbri acute in Italia e considerate un problema sanitario emergente. Diversi fattori stanno contribuendo all’aumento dei casi registrati negli ultimi anni nel nostro territorio, quali la diffusione geografica di vettori competenti, le stagioni estive prolungate e l’aumentata mobilità umana. Purtroppo, le febbri causate da arbovirus rimangono spesso non diagnosticate, a causa della presentazione clinica non specifica e di una mancanza di consapevolezza tra il personale sanitario.
Questo progetto si basa sull’evidenza riportata in letteratura che biomarcatori derivati dall’ospite hanno un grande potenziale come strumento di triage per i pazienti febbrili, ipotizzandone quindi un’importante utilità anche in casi di arbovirosi. Nel progetto verranno utilizzati approcci di ricerca classici e strategie innovative al fine di individuare nuovi marcatori in grado di indicare il sospetto di arbovirosi in pazienti febbrili e indirizzare verso test diagnostici specifici. I meccanismi di risposta dell’ospite a queste infezioni verranno quindi studiati approfonditamente, in particolare attraverso la valutazione della risposta infiammatoria sistemica e il rilascio di vescicole extracellulari, che attualmente rappresentano mediatori di estrema importanza nell’interazione tra ospite e patogeno nonché un’eccellente fonte di biomarcatori.
L’immagine mostra vescicole extracellulari arricchite da campioni di siero umano e visualizzate tramite microscopia elettronica a trasmissione.
Istituzioni coinvolte: ISCDC
RESPONSABILI DELLA RICERCA:
Nata a Parma, dopo la laurea triennale in Biotecnologie e la laurea specialistica in Biotecnologie Mediche, inizia il percorso da ricercatrice nell’ambito delle malattie infettive e tropicali conseguendo il dottorato di ricerca presso l’Università di Ginevra (Svizzera) sotto la supervisione del Prof. Jean-Charles Sanchez. Successivamente perfeziona le competenze come post-doc presso l’Università di Sydney e la University of Technology Sydney (Australia) nel gruppo della Prof.ssa Valery Combes.
Dal 2018 è ricercatrice indipendente presso il Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria (Negrar di Valpolicella, Verona), dove si occupa di ricerca biomedica traslazionale con particolare interesse allo studio di bio-marcatori per le malattie infettive e tropicali, e dei meccanismi di interazione tra l’ospite umano e diversi tipi di agenti infettivi.
"L’Armenise Harvard INF-ACT Mid-Career award rappresenta un importante supporto per la mia carriera scientifica. Grazie a questo finanziamento avrò la possibilità di ampliare il mio gruppo di ricerca e di impiegare nei miei studi approcci innovativi quali l’analisi di vescicole extracellulari, ossia nanoparticelle rilasciate dalle cellule umane in risposta a diversi patogeni che possono contenere informazioni biologiche specifiche del tipo di infezione in atto"
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